Da miniera di lignite utilizzata per produrre energia a opportunità per lo sviluppo del territorio: è il nuovo progetto per il sito di Santa Barbara, l’area di circa 1600 ettari che si estende tra Cavriglia (Arezzo) e Figline e Incisa Valdarno (Firenze), che Enel realizzerà con la collaborazione del Politecnico di Milano e con il coinvolgimento dell’Università di Firenze, per individuareulteriori scenari e proposte innovative e sostenibili per il territorio.
Il progetto, che si aggiunge ai piani già attivi per l’area, è stato presentato oggi da Luca Solfaroli Camillocci, responsabile Generazione termoelettrica Italia di Enel, Marco Fragale, Responsabile Progetto Futur-e Enel, Vincenzo Ceccarelli, Assessore Regionale a Infrastrutture, mobilità, urbanistica e politiche abitative, Leonardo Degl’Innocenti o Sanni, Sindaco di Cavriglia, Giulia Mugnai, Sindaco Figline e Incisa Valdarno eAlessandro Balducci, Professore Ordinario di Pianificazione e Politiche Urbane, Politecnico di Milano.
Entro dicembre verranno definiti i possibili scenari di sviluppo, sulla base di studi del contesto economico, dei piani urbanistici e delle aspettative delle comunità locali. Agennaio verrà lanciato un concorso di progetti, che riguarderà le unità dell’area e gli ambiti d’intervento definiti nella prima fase. Le proposte progettuali verranno valutate da Enel, istituzioni e mondo accademico per verificarne l’idoneità rispetto alle aspettative delle comunità locali, dello sviluppo sostenibile del territorio e l’integrazione con il progetto di riqualificazione già in essere.
Per Luca Solfaroli Camillocci, il progetto “va ad arricchire il percorso di riqualificazione del sito, e lo fa poggiando le basi su una piattaforma già avviata con Futur-e. Una best practice unica al mondo che, per la prima volta, applicheremo anche ad un’area del tutto diversa da quelle delle centrali. Una sfida importante che ci vede alleati con il territorio per lavorare insieme ad un futuro sostenibile per l’ex miniera”.
“Abbiamo sempre creduto che l’area ex mineraria continui a rappresentare una risorsa per il Comune di Cavriglia e per l’intero territorio – commenta il sindaco Leonardo Degl’Innocenti o Sanni – Per la nostra Amministrazione Comunale, di conseguenza, il progetto promosso da Enel rappresenta un’opportunità unica per integrare i progetti di riassetto del territorio divenuti necessari con l’esaurimento del bacino lignitifero risalente a oltre 20 anni fa”.
Con l’estrazione della lignite, dal XIX secolo fino alla prima metà del ‘900, l’attività mineraria è stata alla base dello sviluppo industriale siderurgico di San Giovanni Valdarno. E, intorno alla metà degli anni ’50, è stata costruita la centrale termoelettrica di Santa Barbara. Quest’ultima, convertita nel 2006 in ciclo combinato, rimane attiva, mentre la miniera di Santa Barbara non è più utilizzata dal 1994 ed è già al centro di un’importante piano di riqualificazione.
“La miniera di Santa Barbara – osserva l’assessore Vincenzo Ceccarelli – è stata uno straordinario motore di sviluppo per il Valdarno, ma oggi rappresenta un tema aperto da affrontare con urgenza per restituire alla comunità locale un patrimonio ambientale e magari una nuova occasione di sviluppo”.
“Quello che stiamo compiendo è un passo concreto per la valorizzazione di un’area che rappresenta una grande opportunità di sviluppo per il territorio valdarnese e per l’intera Toscana”, spiega il sindaco Giulia Mugnai.
Una strada da percorrere insieme a cittadini, istituzioni e imprese per generare valore condiviso per il territorio, applicando i principi di Futur-e, programma lanciato dall’azienda per riqualificare i siti di 23 centrali termoelettriche che hanno concluso il loro ruolo nel sistema energetico o stanno per farlo. Attraverso soluzioni sostenibili e innovative, le dismissioni degli impianti diventano nuove opportunità per i territori che le ospitano.
Il dialogo aperto e costante con amministrazioni pubbliche, imprese e comunità dei differenti contesti territoriali dove sorgono i siti è elemento cardine di Futur-e, che propone un nuovo modello di sviluppo condiviso e trasparente per aprire un nuovo capitolo nella storia pluridecennale di siti industriali non più adeguati allo scenario energetico ed economico del Paese.